Lituania, il viaggio

Attenzione: post lungo, armatevi di occhiali (se ne avete bisogno) e di pazienza.

Con la Ryanair si arriva a Vilnius la sera, ma c'è ancora luce (se non piove!)
La struttura aereoportuale sembra moderna, assimilabile a quella di una piccola città di provincia italiana, poi, recuperati i bagagli, ci si accorge che la struttura è appoggiata ad un edificio antico che fa sembrare l'aereoporto una vecchia stazione dei treni.
Presa la macchina la prima destinazione è Trakai.
All'alba del giorno dopo il posto si rivela tranquillo, semplice. Passeggiamo e facciamo colazione nel bar della piazza della chiesa... pessima idea, la colazione più cara di tutta la Lituania!
Dopo un lungo giro perimetrale fatto tutto attorno alla penisola arriviamo di fronte al castello.


Inutile negarlo, l'aspetto è molto coinvolgente: il castello sorge su un'isola raggiungibile solamente via ponti.
L'attività dei barcaioli è intensa, vi sono parecchi giri guidati del lago. I giovani stessi si danno molto da fare cercando di inventare nuove attrattive per inventarsi un lavoro: dalle barchette palestra con musica per chi vuole fare fitness mentre viaggia sul lago, alle barche discoteca come variante delle più classiche barche da turisti.
Trakai merita la passeggiata di una giornata rimanendo il più possibile sulle coste del lago, attrezzate con passeggiate e chioschi per cibo e vendita di ricordi e ammennicoli vari, in particolare legati alla lavorazione dell'ambra.
La meta successiva è Kaunas, una città in piena regola, si vede che è stata per diversi periodi la capitale: strutture imponenti, edifici e monumenti storici nel lembo di terra stretto tra i due fiumi Nemunas e Neris ne fanno una meta apparentemente privilegiata per chi desidera sposarsi: incontrare quattro matrimoni nella stessa città nell'arco di un'ora non è cosa da tutti i giorni, solo a Firenze ho visto un traffico di sposini maggiore!!! Qui però le cose si fanno ancora più in grande, viste le monumentali limousine utilizzate dagli sposi (una su base Lincoln, le altre due se possibile ancora più mastodontiche in quanto derivate da SUV, una Infinity e l'altra Hummer, quest'ultima a 3 assi).
Come immagine della città la statua del granduca Vytautas, non tanto per l'importanza della statua, quanto per l'importanza del personaggio che ha almeno una via a lui dedicata in ogni angolo della Lituania.
In serata, dopo un tranquillo viaggio sulle poco trafficate e strette autostrade lituane (ad una corsia per ogni senso di marcia e senza separatore tra le corsie) arriviamo a Siluté, la porta del parco naturale del delta del Nemunas.
La cittadina è ricca di supermercati, aperti anche sino alle 22:00... ma i pochi ristoranti presenti chiudono prestissimo: questo sarà l'unico posto dove non mangeremo lituano ma ci accontenteremo di pizza al taglio, uni ca struttura a tener aperto sino alle 23:00.
Sembra strano constatare come in un posto dove è giorno sino alle dieci e mezza di sera i locali ed i negozi chiudano così presto (orari variabili tra le 5 e le 6 e mezza del pomeriggio) e solo i supermercati garantiscano una fascia oraria d'apertura più ampia.
Il giorno dopo è grigio al mattino e decidiamo di andare a Minija, definita dalla Lonley una piccola Venezia.... piccola... diamine... molto piccola, una decina di case su un lato di un canale e un'altra decina sull'altro lato... un unico ristorante/bar che fa anche da biglietteria per il traghetto, se incontrate però una persona che conosca l'inglese per interloquire con voi e il lituano per interloquire con l'esercente! Non c'è nemmeno un ponte per passare da una sponda all'altra: o si prende in prestito una barca a remi, oppure ci si fa mezz'ora di strade sterrate!
Lungo la costa della laguna Kurlandese, invece, raggiungendo Venté, si trovano un paio di posti per mangiare interessanti ed un po' più di movimento. Venté è una stazione ornitologica con relativo museo e reti immense per l'inanellamento e il controllo durante la stagione migratoria. Essendo su un lembo di terra incastrato tra la laguna e il delta è dominata da un faro.
Il giorno dopo ci rechiamo sull'altro lato del delta: l'isola di Rusné con omonima cittadina. Qui l'impressione è di essere molto più vicini alla civiltà rispetto ai posti del giorno prima, anche se lo stile è lo stesso: case basse in legno. Quest'isola è il regno delle cicogne. Fatta una capatina al centro visite del parco del delta del Nemunas ci "lanciamo" sugli sterrati che portano da una torre di avvistamento all'altra!
La visita al delta del Nemunas è finita, una strada secondaria (una specie di provinciale, non molto diversa dall'autostrada se non per il fatto che attraversa i paesini e non ha la corsia di emergenza) di porta a Klaipéda.
Durante il tragitto ci rendiamo conto per la prima volta che i passaggia livello sono quasi sempre senza barriere... è bene prestare molta attenzione anche se, in verità, sino alla fine del viaggio abbiamo incrociato un solo treno.
Klaipéda è una grande città industriale con un centro storico piccolissimo ma ricco di ristoranti e posti interessanti. Si gira in una mezza giornata ma la merita tutta. Fantastico poi il veliero incastrato ed inamovibile dal canale in cui ha trovato dimora, oggi funge da ristorante di lusso... e fantastica pure la location del nostro dormitorio, un appartamento con vista diretta sul veliero, un'informazione nemmeno indicata sulla descrizione inserita in booking e quindi una piacevolissima sorpresa.




Attraverso un traghetto si attraversa la piccola apertura che rende la laguna Kurlandese una laguna e non un immenso lago. L'attraversata è rapida ed il biglietto è unico, vale sia per l'andata che per il ritorno.
La penisola è uno stretto lembo di terra accumulato dai marosi del Baltico e ricoperto da fitta boscaglia.
In un tempo passato i boschi furono quasi completamente cancellati ad opera dell'uomo che sfruttava la legna per costruire e scaldarsi con il risultato che il terreno cominciò a desertificarsi e a venir portato via dal vento e dal mare. Per scongiurare il rischio di vedere la terra sparire nel mare decisero quindi di ripristinare il bosco ed oggi la penisolo ha ripreso l'antico verdeggiare.
Uniche eccezioni le immense ed altissime (una 50ina di metri sul livello del mare) dune di sabbia attorno a Nida.



Sul Baltico il sole tramonta attorno alle 10.30 ma la luce residua è ben visibile sin oltre le 11.30!

Le spiagge si trovano sul lato esposto ai venti del Baltico mentre tutti gli agglomerati urbani si trovano sul lato meno esposto della laguna: se volete abbronzarvi senza sudare è il luogo ideale!!! (se beccate la giusta giornata di vento vi farete anche un peeling gratuito)
Da segnalare la passeggiata delle streghe con sculture lignee lungo il percorso. Attenzione però, vi farà girare parecchio facendovi allungare di molto il tracciato che porta dalle zone abitate alle spiagge del Baltico.
Completata l'esplorazione della penisola la tappa successiva è Plugé, raggiunta dopo una divagazione di percorso che ci ha portati a Planga che oserei definire, fatte le dovute proporzioni, la Rimini della Lituania.
Plungé è una cittadina sulla strada principale che si ofre come punto di partenza per raggiungere il festival dell'estate sul lago di Plateliai, il sito missilistico russo in disuso e la collina delle croci.

Il festival è essenzialmente una rimpatriata di amici con balli, canti, falò e regate sul lago nella luce crepuscolare, particolare e unico, semplice e interessante.


Il sito missilistico, una base con quatto silos per ICBM, retaggio della guerra fredda e trasformata in museo, strumento comodo per spiegare ai ragazzini che cosa furono i decenni appena trascorsi, che a noi sembrano già così lontani, dimentichi della spada di Damocle di una guerra nucleare che portammo sopra alle nostre teste per quasi mezzo secolo.




La collina delle croci è invece un esempio di devozione popolare, l'accumulo di croci di varie fatture e di vari materiali (prevalentemente lignee ma anche metalliche e in pietra) che sono ringraziamenti per grazie ricevute o semplici ricordi di anniversari o avvenimenti (nascite, matrimoni, visite) rappresenta una specie di caos organizzato.



Lasciata questa zona ci dirigiamo verso un'altra ampia zona di laghi, laghetti e pozze d'acqua, molte naturali, qualcuna artificiale. Sto parlando dell'ampia zona del parco naturale di Labanoro, un posto ameno abbastanza selvaggio, tanto che le rive dei laghi sono spesso di difficile accesso se non irraggiungibili a causa della foresta che si estende sino al limite delle acque. Particolare l'usanza lituana di ricavare delle aree libere in prossimità di questi laghi, parzialmente attrezzate per il campeggio (si sono panche, tavoli e casupole WC), dove è consentito piantare tende e fare barbeque.

L'ultima tappa ci riporta a Vilnius, dove siamo atterrati senza visitarla, lasciandola come ultimo luogo da visitare. E' un deciso cambio di prospettiva, dopo modi prevalentemente rurali, naturali e a scarso impatto antropico, qui siamo in una città vera e propria, sfarzosa, anche ricca. Il costo della vita è ben diverso rispetto al resto del paese, lo sfoggio di automobili di lusso persino imbarazzante.
La città è bella, merita due giorni di visita che vanno tutti concentrati nella città vecchia, sotto alla torre di guardia di Gedeminas che domina la città da più di 600 anni.
Il palazzo reale sottostante è invece una ricostruzione, ampiamente rimaneggiata ed ingrandita, successiva all'ottenimento dell'indipendenza dalla Russia ed è un museo che raccoglie, conserva e mostra i resti del vero palazzo reale che sorgeva nel medesimo spazio. Poco più lontano il duomo, una delle innumerevoli chiese della città, la meno significativa perché anch'essa pesantemente rimaneggiata dopo che, sotto il controllo dei soviet, era stata trasformata in magazzino.
A Vilnius ci sono chiese per tutte le confessioni cristiane: dalla cattolica all'ortodossa fino alla protestante, passando per una chiesa che officia funzioni ortodosse per cattolici.
Tra queste chiese, nella foto vi presento il complesso fatto dall'unione della chiesa di Sant'Anna con quella della Santissima Trinità.
Da qui il passo per l'Italia e per il ritorno alla vita normale è, hainoi, troppo breve.






Da ultimo un ringraziamento particolare alla mia signora che con lungimiranza o intuito squisitamente femminile ha scelto la gustosissima Lituania per le nostre vacanze 2017.

Ma, prima di lasciarvi, l'elenco dei MIEI post naturalistici dedicati alla Lituania:

Le Cicogne
Il Canareccione
I Cigni
Gabbiani e Sterne
I Corvidi
I Cormorani
Gli acquatici
La Ballerina Bianca
Volatili vari
Il Daino

... e, per finire, una sfida: dopo diverse notti insonni non sono ancora riuscito ad identificare questo:

uccello da identificare








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